Deported

Deported / Curva pura / Roma / 2017

Curatela di Porter Ducrist

17 Novembre 2017

Christophe Constantin / Marco De Rosa / Chiara Fantaccione / Roberta Folliero / Andrea Frosolini

Cos’è l’arte oggi, tutto lo può diventare e tutto si fa chiamare tale. Non esiste una vera definizione perché muta parallelamente alla società contemporanea. 
È l’artista che da un valore morale alle sue produzioni, provando a plasmare quello che è il suo quotidiano, quello che vede quello con il quale si confronta. Lo spazio è una domanda centrale della sua pratica, dove crea, dove espone. Tra questi due luoghi accade uno spostamento che permette all’opera di essere fruita, staccandola dalle sue radici, costretta a dover essere presentata ad un pubblico. 
Rendere visibile è forse quello che ha definito l’arte fino ad oggi, ma è anche qualcosa che ogni individuo realizza con se stesso, pubblicando, fotografando e commentando, trasformando cosi la propria vita in opera d’arte. Arrivati al punto che tutto è estetizzato e tutto merita di soffermarsi e di essere visto, l’arte non ha più reale motivo di esistere. Forse è nel “non tentare più ad essere arte” che si può trovare un’alternativa, nella banalità e nell’anestetico; mettendo in avanti il gesto piuttosto che l’oggetto, svuotandolo dallo spettacolare, ignorando la forma per pensare unicamente al fondo, cercando più che mai di essere banale. Deported presenta lo spazio di cui derivano le varie opere, un gesto ripetibile per la sua semplicità, ma unico sotto la sua forma, piegato sotto le leggi dell’ambito in cui viene imprigionato.

Porter Ducrist